Favole del focolare

“Quando da piccola ascoltavo le “novelle” che la nonna Lina, intorno alla fiamma del camino, mi raccontava, scivolavo in una profonda intimità di me stessa, instauravo un rapporto con la mia vera natura connessa con l’invisibile. Diventavo coraggiosa, sapiente, visionaria, ispirata, un’inventrice! Tanto che pensavo di poter cambiare il mondo. E nel mio piccolo l’ho fatto, per lo meno per quanto riguarda la mia vita. Non ho mai smesso di raccontare e farmi raccontare storie”.

Il principe che disegnò il cielo

“Il principe che disegnò il cielo” è una lettura-spettacolo che ripercorre la storia di Perseo, il mitico figlio di Zeus che uccise la Medusa e Andromeda, la principessa figlia del re Cefeo e di Cassiopea che divenne sua sposa e che come costellazione splende accanto a lui nel cielo d’estate. È proprio guardando il cielo d’estate che ai due bizzarri cuntatori, Mermeoth e Grafathas,   viene l’idea di raccontare questa storia, sì perché loro le conoscono tutte le storie del mondo e sanno che per ogni luogo c’è una storia e per ogni storia un luogo…

Gretel e tutti gli altri

“Il racconto di Hansel e Gretel è per la tradizione un viaggio nella paura, un viaggio che tutti i bambini o ragazzi fino alla maturità devono intraprendere per conquistare la propria autonomia e la capacità di affrontare le problematiche dell’età adulta. E’ un racconto di iniziazione. Nello spettacolo Gretel è sola, anche Hansel si è perso per

Flora Tristan

Flora Tristan (Parigi, 7 aprile 1803 – Bordeaux, 14 novembre 1844) Nonna di Paul Gauguin, femminista ante litteram fonda l’ “Unione operaia” nel 1843. Incipit: La donna dall’uomo è pensata come simbolo, è ideale di bellezza, intesa come estetica del mondo, come grafica di libertà, come notizia d’immortalità e in questo modo riesce ad amarla, ma se ne sente l’odore, ne tocca la carne non la riconosce, e la prende come un bisogno suo, una pastasciutta mangiata in una gamella dopo aver spaccato pietre sotto al sole, il greve nutrimento per la fatica di stare nel mondo. Ancora non sa che sta divorando senza sentirne il gusto i suoi ideali e non

La Grana della Voce – Polifonie poetiche

La parola distillata della poesia si fonde con la parola evocata del canto polifonico, diventando intimità donata al pubblico in un incontro di culture attraverso i fonemi dei popoli, bulgari giorgiani, macedoni, spagnoli, argentini carlofortini.Il lavoro è presentato dai giovani attori del gruppo teatrale Cronopios dell’isola di San Pietro

Cosa fa vivere gli uomini – Lettura/Spettacolo

In occasione del centenario dalla morte di Lev Tolstoj “Capita al calzolaio Semen, molto povero e nella difficoltà di provvedere alla propria famiglia, di soccorrere uno sconosciuto che trova nudo nella neve ed al quale offre subito il suo caffettano (l’unico per tutta la famiglia) per proteggerlo dal freddo e di accoglierlo in casa …”

Il sogno di un uomo ridicolo

Quasi due secoli fa Dostoievskij invitava l’uomo a porsi di fronte alla propria corruzione che oggi, dopo duecento anni, sembra difetto della comunità, delle sue forme economiche e politiche.

Sciupatina e le mani d’argento

La trovarobe Jambe va in giro per il mondo a e cercare cose vecchie da accomodare. Si presenta al pubblico trascinando un carretto zeppo di cianfrusaglie di ogni genere, in particolare bambole di tutte le misure. Racconta di quanto le piacciono le cose vecchie e rotte, perché le mani di tanta gente, di tutte l‘età, le hanno toccate lasciando ognuno un’emozione che diventerà storia da raccontare. Jambe ha un singolare

Quando riuscivamo a morire

Miriam riemerge dal sottosuolo e racconta il suo viaggio, la sua passione per i pozzi e la sua curiosità di vederne il fondo. Racconta dei suoi incontri, il più emblematico è quello con una giovane di nome Core, con cui Miriam s’idenfica al punto di rivivere come esperienza diretta la sua storia, quella di Minte la ninfa dei fiumi amante di Ade, sposo di Core. Racconta come Core ha massacrato la giovane in preda ad una lucida follia, come ne abbia fatto poltiglia e come questo atto estremo le abbia insegnato la purezza. Racconta che

Ivan lo scemo

La storia, tratta dal racconto di Lev Tolstoj e affidata a tre cuntatori, narra i tentativi del diavolo di rompere l’armonia di Ivan, della sua famiglia e dei suoi sudditi. La narrazione, che fa leva su quella morale “popolare” che invita ad addomesticare il diavolo piuttosto che combatterlo, diviene il mezzo per sottolineare come la purezza dell’anima umana possa contrastare artefici e inganni, come un “ti voglio bene” possa distruggere ogni forma di male: diavolo compreso. Diabolo, indispettito dall’armonia in cui vive la famiglia di Ivan, s’ingegna per farli impoverire in modo che poi “si strappino gli occhi a vicenda”.

Ricordi di pane

Tre giovani panettiere, durante la panificazione notturna, svelano i segreti, tramandati da generazioni, che trasformano l’impasto d’acqua e farina in buon pane. Uno di questi consiste nel raccontare storie all’impasto, “storie di Gente antica”. Questo è il viatico per i tre racconti, basati su tre miti di pane e di vino della cultura occidentale. Il primo è quello di Dioniso e Ampelo, la creazione della vite, la nascita del vino ed i suoi effetti. Il secondo, il mito di Demofoonte in cui il mistero della trasformazione come insegna Demetra è affidato al tempo, ”…il segreto fondamentale per fare del buon pane è il tempo di cottura”.

La palla di vetro

“Una maga aveva tre figli che si amavano fraternamente, ma lei non se ne fidava, temeva volessero spodestarla e allora.” Tra canti e incantesimi, tre fratelli, un’aquila, una balena e un ragazzo si perdono e si ritrovano in un mondo di magie strampalate in cui si snoda il racconto della fiaba dei fratelli Grimm. Lo spettacolo è stato pensato per ogni spazio, in situazioni intime come quelle di una classe. La storia si sviluppa attraverso più tecniche narrative: – un’ affabulazione diretta con cui il narratore suscita immagini grazie alla potenza fascinatrice della parola. – l’animazione di grandi pupazzi e piccoli oggetti che trasportano l’azione dal macro al micro creando momenti di attenzione diversa. – l’uso espressivo del corpo e della voce attraverso tecniche puramente attoriali. La musica, sia vocale che strumentale è elemento narrativo che mira a coinvolgere direttamente il bambino, facendolo diventare parte attiva della storia.