“Il principe che disegnò il cielo” è una lettura-spettacolo che ripercorre la storia di Perseo, il mitico figlio di Zeus che uccise la Medusa e Andromeda, la principessa figlia del re Cefeo e di Cassiopea che divenne sua sposa e che come costellazione splende accanto a lui nel cielo d’estate. È proprio guardando il cielo d’estate che ai due bizzarri cuntatori, Mermeoth e Grafathas, viene l’idea di raccontare questa storia, sì perché loro le conoscono tutte le storie del mondo e sanno che per ogni luogo c’è una storia e per ogni storia un luogo…
Categoria: Non in distribuzione
Spettacoli non più in distribuzione
Sogni di uomini ridicoli del terzo millennio
Anche in questo caso l’idea parte da Sabrina Barlini che raccoglie l’invito di S.O.S. Sardegna una delle associazioni che si occupano del degrado del territorio ed in particolare del Sulcis, dove entrambe le nostre associazioni vivono e lavorano, invito appunto a fare un intervento di tipo teatrale in occasione della Giornata dell’Indignazione sotto la sede…
Leggenda forse un po’ cinese
IN LAVORAZIONE
Anime resilienti
Liberamente ispirato a “L’animo degli offesi” di Modesto Melis ed alle “Lettere” e “Diario” di Etty Hillesum
“Il principe vagabondo che cercava il paese dove la morte non può entrare”
Testo e regia: Susanna Mannelli Con: Irene Garau e Francesca Brai Durata: 45’ Le fiabe raccontano la nostra storia, non parlano d’altro che degli eterni e universali conflitti che ciascuno di noi incontra nel divenire se stesso. L’avventura della vita, raccontata dalle fiabe, attraversa prove e ostacoli apparentemente impossibili, ma i principi, i re, gli…
Gretel e tutti gli altri
“Il racconto di Hansel e Gretel è per la tradizione un viaggio nella paura, un viaggio che tutti i bambini o ragazzi fino alla maturità devono intraprendere per conquistare la propria autonomia e la capacità di affrontare le problematiche dell’età adulta. E’ un racconto di iniziazione. Nello spettacolo Gretel è sola, anche Hansel si è perso per
Flora Tristan
Flora Tristan (Parigi, 7 aprile 1803 – Bordeaux, 14 novembre 1844) Nonna di Paul Gauguin, femminista ante litteram fonda l’ “Unione operaia” nel 1843. Incipit: La donna dall’uomo è pensata come simbolo, è ideale di bellezza, intesa come estetica del mondo, come grafica di libertà, come notizia d’immortalità e in questo modo riesce ad amarla, ma se ne sente l’odore, ne tocca la carne non la riconosce, e la prende come un bisogno suo, una pastasciutta mangiata in una gamella dopo aver spaccato pietre sotto al sole, il greve nutrimento per la fatica di stare nel mondo. Ancora non sa che sta divorando senza sentirne il gusto i suoi ideali e non
La Grana della Voce – Polifonie poetiche
La parola distillata della poesia si fonde con la parola evocata del canto polifonico, diventando intimità donata al pubblico in un incontro di culture attraverso i fonemi dei popoli, bulgari giorgiani, macedoni, spagnoli, argentini carlofortini.Il lavoro è presentato dai giovani attori del gruppo teatrale Cronopios dell’isola di San Pietro
Cosa fa vivere gli uomini – Lettura/Spettacolo
In occasione del centenario dalla morte di Lev Tolstoj “Capita al calzolaio Semen, molto povero e nella difficoltà di provvedere alla propria famiglia, di soccorrere uno sconosciuto che trova nudo nella neve ed al quale offre subito il suo caffettano (l’unico per tutta la famiglia) per proteggerlo dal freddo e di accoglierlo in casa …”
Il sogno di un uomo ridicolo
Quasi due secoli fa Dostoievskij invitava l’uomo a porsi di fronte alla propria corruzione che oggi, dopo duecento anni, sembra difetto della comunità, delle sue forme economiche e politiche.
Sciupatina e le mani d’argento
La trovarobe Jambe va in giro per il mondo a e cercare cose vecchie da accomodare. Si presenta al pubblico trascinando un carretto zeppo di cianfrusaglie di ogni genere, in particolare bambole di tutte le misure. Racconta di quanto le piacciono le cose vecchie e rotte, perché le mani di tanta gente, di tutte l‘età, le hanno toccate lasciando ognuno un’emozione che diventerà storia da raccontare. Jambe ha un singolare
Quando riuscivamo a morire
Miriam riemerge dal sottosuolo e racconta il suo viaggio, la sua passione per i pozzi e la sua curiosità di vederne il fondo. Racconta dei suoi incontri, il più emblematico è quello con una giovane di nome Core, con cui Miriam s’idenfica al punto di rivivere come esperienza diretta la sua storia, quella di Minte la ninfa dei fiumi amante di Ade, sposo di Core. Racconta come Core ha massacrato la giovane in preda ad una lucida follia, come ne abbia fatto poltiglia e come questo atto estremo le abbia insegnato la purezza. Racconta che