Regia: Susanna Mannelli
Con: Marcella Pellerano
Luci: Matteo Culurgioni
Registrazione audio: Claudio Pintus
Fotografia e Grafica: Magali Leone
Ufficio stampa: Giuseppe Murru
Flora Tristan (Parigi, 7 aprile 1803 – Bordeaux, 14 novembre 1844)
Nonna di Paul Gauguin, femminista ante litteram, fonda l’“Unione operaia” nel 1843. Incipit:
La donna dall’uomo è pensata come simbolo, è ideale di bellezza, intesa come estetica del mondo, come grafica di libertà, come notizia d’immortalità e in questo modo riesce ad amarla, ma se ne sente l’odore, ne tocca la carne non la riconosce, e la prende come un bisogno suo, una pastasciutta mangiata in una gamella dopo aver spaccato pietre sotto al sole, il greve nutrimento per la fatica di stare nel mondo. Ancora non sa che sta divorando senza sentirne il gusto i suoi ideali e non ci è dato sapere quando potrà scoprirlo. È arrivato il momento in cui le donne imparino a raccontare all’uomo come ricomporre quello che sapientemente nei secoli hanno diviso “il mondo delle cose e quello delle idee”.
Sinossi: Flora Tristan in punto di morte (muore di menengite nel 1844) nei pochi momenti di lucidità entra in relazione con i suoi ricordi, che cominciano a prendere vita in forma non cronologica. Frammenti d’infanzia e di peregrinazioni come donna messia si sovrappongono, mettendo in evidenza la vita di una donna che visse fino in fondo tutte le proprie contraddizioni donandosi alle cause della miseria fisica e morale del popolo all’inizio della rivoluzione industriale con uno sguardo particolare verso le donne che definisce “le proletarie del proletariato”.
- Foto
- Video
- Recensioni: Unione Sarda